L’incontro pubblico a Lugagnano di lunedì 19

L'intervento di Enrico Croci.

L’intervento di Enrico Croci.

Lunedì scorso (19 febbraio), con grande concorso di pubblico, si è svolta una serata organizzata dal comitato della Valdarda di Fratelli d’Italia, neo-formazione politica di centrodestra, a Lugagnano. Protagonisti della serata l’onorevole Tommaso Foti ed il sindaco di Morfasso, Enrico Croci, candidato alla Camera dei Deputati con Fratelli d’Italia. La serata è stata l’occasione per gli esponenti del partito per presentare alla popolazione valdardese le iniziative che il partito ha intenzione di portare avanti in Parlamento.

Ha iniziato la serata Enrico Croci, il quale ha esposto all’assemblea una serie di problematiche e criticità che ritiene siano affrontate a livello nazionale, per consentire lo sviluppo della montagna e delle zone depresse come quelle decentrate. Dalle questioni concernenti l’imposizione fiscale parificata a zone altamente produttive come la pianura, alla necessità da parte degli Enti di investire maggiormente sul territorio abolendo contestualmente strutture burocratiche che hanno perso i loro connotati iniziali e che oggi si sono trasformati in inutili carrozzoni che hanno un costo superiore ai benefici che apportano. Tra le numerose questioni sollevate dal candidato alla Camera dei Deputati, ha colpito maggiormente i presenti in sala la proposta di legge regionale secondo la quale tutta le rete sentieristica (particolarmente estesa nella parte alta della valle) verrebbe espropriata d’ufficio ai legittimi proprietari istituendo delle servitù di passaggio estremamente onerose che andrebbero vergognosamente a deprimere aree che invece necessitano di una defiscalizzazione ed un ulteriore rilancio economico.

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Progetto Rete Escursionastica regionale: un danno per la montagna

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L’alta val d’Arda.

Nel corso di un incontro con alcuni agricoltori di Morfasso, il sindaco Enrico Croci, candidato alla Camera per Fratelli d’Italia ha detto “siamo venuti a conoscenza della proposta di legge regionale sulla rete escursionistica, solo con il ricorso ai mezzi informatici e in ragione di segnalazioni da parte di cittadini fatte che ne evidenziavano alcune criticità”.

“Da una prima lettura – continua l’esponente di Fratelli d’Italia – risulta che attraverso un’acquisizione coattiva  la rete escursionistica sia riservata solo a gruppi di podisti, cancellando di fatto ogni altra possibile attività turistica. La prospettata norma risulta irrispettosa della proprietà privata, delle autonomie locali, ma soprattutto del comparto agricolo  di montagna, ancora una volta non considerato ed emarginato. Si è sempre in passato collaborato con il CAI – ha affermato Croci – e varie altre associazione per consentire l’utilizzo del territorio, anche  il transito pedonale anche su terreni privati, con la piena collaborazione di proprietari e agricoltori. La soluzione del legislatore regionale che prevede l’imposizione della servitù in caso di mancata autorizzazione all’accesso cessione da parte del proprietario, appare come  autoritaria ed inaccettabile.”

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Zone franche in montagna per favorire le imprese

Tratto da Piacenza24 (CLICCA QUI per l’articolo originale)

Mazza, Foti e Croci: i tre candidati piacentini di Fd'I (fonte: Piacenza24).

Mazza, Foti e Croci: candidati piacentini di Fratelli d’Italia (fonte: Piacenza24).

Piacenza – «Una legge che riconosca agevolazioni fiscali ed economiche alle imprese che hanno sede nelle zone di montagna, e nella nostra provincia ce ne sono parecchie. L’obbiettivo è naturalmente quello di creare nuova occupazione e un maggior benessere economico e sociale“. A chiederlo a gran voce sono i candidati piacentini alla Camera di Fratelli d’ItaliaEnrico Croci, sindaco di Morfasso e Simone Mazza, consigliere provinciale e già sindaco di Bettola, che questa mattina, alla presenza dell’onorevole Tommaso Foti, capolisita in regione alla Camera per Fratelli d’Italia, hanno spiegato nel dettaglio la loro proposta ai giornalisti.

«L’istituzione di vere e proprie zone franche montane consentirebbe – secondo Croci e Mazza – di compensare il deficit concorrenziale di cui soffrono storicamente le imprese di montagna rispetto a quelle in pianura. Le aree montane presentano, infatti, delle difficoltà intrinseche per chiunque voglia avviare un’attività imprenditoriale e per gli stessi cittadini che le popolano».

Per Croci e Mazza, l’approvazione della norma proposta, costituirebbe «un utile strumento per contrastare i fenomeni di degrado del tessuto socio-economico, attirare nuovi capitali e sostenere le imprese esistenti, con importanti benefici in termini di occupazione e di benessere collettivo».

Nello specifico – per i candidati di Fratelli d’Italia – lo status di zona franca montana “concederebbe alle imprese insediate in queste aree agevolazioni fiscali, come l’esenzione (nei primi anni di attività) e le riduzioni (negli anni successivi) delle imposte sui redditi, dell’imposta regionale sulle attività produttive e dell’IMU, oltre all’esonero dal versamento dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente».

«Istituire zone franche montane è indispensabile – aggiungono i candidati – per sostenere imprese e occupazione in montagna, attrarre nuovi investimenti e tutelare e rilanciare l’artigianato, il commercio di vicinato, l’agricoltura e la tradizione enogastronomica, che sono i veri e propri presidi sociali da conservare». «I possibili beneficiari delle agevolazioni fiscali – evidenziano i candidati di Fratelli d’Italia – saranno quindi le micro e piccole imprese artigianali e commerciali. Incentivi specifici, in aggiunta al sistema delle agevolazioni, potranno essere previsti per l’ambito rurale e per il settore agricolo, agrituristico, turistico termale e turistico in generale; per valorizzare il patrimonio ambientale, culturale, enogastronomico (energie alternative; recupero di fabbricati rurali); per favorire l’occupazione e l’impresa giovanile grazie ad adeguati percorsi di formazione e specializzazione».

Quanto poi ai siti di importanza comunitaria, il giudizio di Croci e Mazza è lapidario: «I vincoli derivanti dagli stessi rappresentano un grave danno per la già difficoltosa economia delle aree montane. Non solo, ma la perimetrazione dei SIC (siti di interesse comunitario) decisa dalla Regione Emilia Romagna ha comportato per chi lavora in montagna la sottoposizione a vincolo di terreni agricoli, di attività produttive, commerciali ed artigianali e di aree vocate al prelievo di legna e prodotti boschivi, con inaccettabili obblighi per le attività esistenti e conseguente preclusione di nuovi insediamenti produttivi”.